Dizionario critico dell’esoterismo (da átopon Vol. VI)

Jean Servier
Tit. orig.: Dictionnaire critique de l’ésoterisme
P.U.F., Paris,1988

Giuseppe Lampis

Jean Servier ha lasciato questo mondo il 1° maggio 2000 per raggiungere quell’Invisibile con cui durante tutta la vita egli aveva cercato di mantenere un intimo dialogo.

esoterismoIn tutta la sua lunga vita di studioso, come ebbe a dire Gilbert Durand, egli ha fondato, rifondato, approfondito la sua prima certezza secondo la quale la nostra civiltà materiale, evoluzionista, estremista di un Occidente estremo doveva saper ritrovare “la dimensione a misura d’uomo”, la “parola perduta” di un dialogo, ormai interrotto con l’Invisibile. La sua vasta cultura etnografica ed etnologica e soprattutto la sua esperienza di grande africanista gli hanno permesso di vedere l’Invisibile in atto, dal Paleolitico ai nostri giorni, in ogni uomo che cerca, quale che sia la razza umana, la cultura, l’epoca cui appartenga. Ha condiviso tali convincimenti con gli studiosi più aperti, illuminati del nostro tempo, con Gilbert Durand, Julien Ries, Henry Corbin, Mircea Eliade, Jean Cantiens.

Jean Servier era anche un grande iniziato e attraverso il suo insegnamento e le sue opere ha voluto aiutare a vedere coloro che hanno perso la capacità della vista più profonda.

Come egli stesso ebbe a dire «quando l’uomo ritrova il mistero delle sue origini attraverso l’iniziazione venuta dal mondo muto della fitta foresta, dalle paludi che portiamo in noi, può allora evocare gli animali che vi abitano, portatori del messaggio segreto che essi ci destinano».. Ci ha insegnato che è possibile per l’uomo accettare e decifrare tale messaggio e divenire in tal modo, come Orfeo, signore dell’ombra, capace di comprendere anche il segreto del silenzio e di farlo cantare sulle corde dell’arpa attraverso le sette vocali sacre.

Ricordandolo con devozione e affetto per il grande contributo dato alla rivista «átopon» e il vivo incoraggiamento con cui ha sostenuto il lavoro dell’Istituto di Psicoantropologia Simbolica “Mythos” vogliamo segnalare il suo ultimo dono di studioso: un grande dizionario critico dell’esoterismo.

Questo dizionario dell’esoterismo colma una lacuna e risponde a una esigenza epistemologica.

In un dominio in cui troppo spesso regnano l’esaltazione e l’approssimazione era necessario che un’équipe di ricercatori, di studiosi riconosciuti come specialisti incontestati nelle loro discipline, facessero il punto.

Sotto la direzione di Jean Servier e attraverso 19 settori, che rappresentano le grandi correnti di civiltà, è esplorata una faccia nascosta, ma essenziale della storia dell’umanità.

Dagli aborigeni d’Australia alla Scandinavia antica, dai Celti all’Egitto faraonico, dal cristianesimo primitivo alla Mesopotamia cuneiforme, dalla Mesoamerica al giudaismo, dall’Islam all’India, tutti i continenti, tutte le lingue, culture e scritture, tutte le parole, sono situate in una doppia prospettiva enciclopedica e critica per accompagnare i lettori, tutti i lettori, sui cammini di una vera archeologia dell’Invisibile.

Concepito e costruito come un percorso iniziatico per gli uomini del nostro tempo, il dizionario è un libro aperto su un mondo nascosto e ci offre la possibilità di penetrare in terre sconosciute del nostro universo.

La parola esoterismo raccoglie un insieme di insegnamenti, raggruppati attorno ad un’idea centrale e preservati dal segreto, non grazie al piccolo numero di iniziati, ma grazie al posto centrale che ciascun iniziato accorda in sé alla Rivelazione ricevuta che dà un senso nuovo alla sua vita terrestre.

Attraverso i secoli, Cornelio Agrippa, umanista del Rinascimento e Ogotemmeli, cacciatore delle falesie di Bandiagara nel XX sec., pur appartenenti a tradizioni diverse, a civiltà differenti, in continenti differenti avrebbero potuto comprendersi, impiegando quasi gli stessi termini per esprimere lo stesso pensiero.

Si potrebbero moltiplicare gli esempi per affermare la presenza di una stessa concezione del Cosmos e del posto che l’uomo vi occupa, di uno stesso esoterismo da un capo all’altro dell’umanità nello spazio e nel tempo.

J.Servier, attraverso il suo dizionario, ci ha in realtà offerto una guida. Ha tracciato dei sentieri nella foresta di insegnamenti, di simboli, di riti.

«Il lettore – ammoniva Jean Servier – non può cercare qui certezze o dogmi. Può trovare qua e là, nel filo della sua ricerca, il punto di inizio di una riflessione che apparterrà a lui e a lui solo di spingere più lontano, se vuole, se può, grazie al risveglio dell’Invisibile che porta in sé, pronto a rispondere al suo appello».

Queste parole ci sembrano un messaggio di congedo prezioso, lasciatoci da un grande maestro.

Giuseppe Lampis


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