Per via di scavare
Per via di scavare
L’autore si è proposto di “salvare“ alcuni luoghi unici e speciali della Tuscia, di prendersene cura per far apprezzare almeno un po’ al lettore il fascino vitale e il mistero di ciò che giace silente, sottraendo temporaneamente quel mondo fisico alla dittatura della geometria e della fisica.
Questa cura è possibile tornando all’esperienza Heideggeriana del Geviert, la Quadratura, unità originaria di cielo e terra, divini e mortali, quando i mortali abitano avendo cura della terra nella sua essenza.
Le formazioni rocciose, le pareti di tufo recano la traccia di una energia e di un tempo incommensurabili. Bisogna tacere e aspettare che i luoghi si dischiudano, è necessario il silenzio.
Quando convergono il mistero e il silenzio si risale a esperienze arcane e alla percezione del Sacro. Allora, come dice R. Guardini, si può pensare guardando e pregare nel vedere.