Guardare alla totalità

Redazione


Guardare alla Totalità
Polarità e antinomia tra Romano Guardini e Pavel A. Florenskij
Domenico Burzo
Mimesis 2023

Con le parole del Signore sono state create le sue opere.

Il sole con il suo splendore illumina tutto,
della gloria del Signore è piena la sua opera.

Neppure i santi del Signore sono in grado

di narrare tutte le sue meraviglie,

ciò̀ che il Signore onnipotente ha stabilito
perché́ l’universo stesse saldo a sua gloria.
Egli scruta l’abisso e il cuore
e penetra tutti i loro segreti.
L’Altissimo conosce tutta la scienza
e osserva i segni dei tempi,
annunziando le cose passate e future
e svelando le tracce di quelle nascoste.
Nessun pensiero gli sfugge,
neppure una parola gli è nascosta.
Ha ordinato le meraviglie della sua sapienza, poiché́ egli è da sempre e per sempre.
Nulla può essergli aggiunto e nulla tolto,
non ha bisogno di alcun consigliere.
Quanto sono amabili tutte le sue opere!
E appena una scintilla se ne può osservare.
Tutte queste cose vivono e resteranno per sempre in tutte le circostanze e tutte gli obbediscono.

Tutte sono a coppia, una di fronte all’altra,
egli non ha fatto nulla di incompleto.
L’una conferma i meriti dell’altra,
chi si sazierà̀ nel contemplare la sua gloria?

Siracide, 42, 15-25

 

 

Prefazione

Hann-Barbara  Gerl-Falkovitz nella prefazione  mostra un grande disegno:  una filosofia dell’“intero“ in due figure: Romano Guardini e Pavel Florenskij.

Domenico Burzo ha osservato attentamente le due significative figure, aperte alla vita, all’essere. Pur conoscendosi appena, Romano Guardini e Pavel Florenskij avevano vissuto nel terribile periodo tra le due guerre mondiali, e allo stesso modo guardavano alla storia della filosofia e al mondo nella sua interezza. La filosofia medievale li aveva portati a guardare verso il XX secolo, a quell’“intero” che stava crescendo nel miscuglio delle religioni orientali e di uno sbiadito cristianesimo.

La guerra aveva fatto conoscere la forza delle tenebre. Guardini coglieva soprattutto i risvegli religiosi, ebraici e cristiani, le nuove mitizzazioni, e si apriva a un’altra visione: stavano risorgendo il cattolicesimo,  il protestantesimo, anche la Chiesa orientale che viveva insieme alla liturgia “sacra ed eterna“.

 Burzo intravede in Guardini e in Florenskiì la necessità di interrogarsi sull’epoca, il mondo, la natura, la cultura, l’uomo. E tutto è giudicato sotto lo sguardo di Cristo. Per ambedue i filosofi l’“intero“ si avvicina  al concreto-vivente, a ciò che è sensibile e inesauribile.

“L’intero” della realtà del mondo è ancorato allo sguardo divino, all’intervento dell’azione divina nella storia, dalla creazione all’incarnazione al futuro “Regno di Dio”. Ambedue i filosofi guardano al mondo come affermazione gloriosa della realtà̀ del divino. Perché il senso della vita porta alla necessità di esplicare la propria intima essenza e a fiorire come rivelazione del Dio vivente. Entrambi hanno la loro chiave di lettura, e inizialmente si trovano in opposizione per temperamento, carattere, differente modo di pensare.

Sia Guardini con l’“opposizione, sia   Florenskij con l’“antinomia”, entrambi giungono a   prospettive sempre nuove e imprevedibili, a una ricchezza di possibilità che culmina nella realtà del “vivente concreto “.

La religiosità di Florenskij è sostenuta dall’inesauribilità̀ del simbolo e dal riferimento alla creazione e il suo volto diventa manifestazione della spiritualità in un cammino verso l’ethos, la verità e il culto.
Per Guardini la religiosità, quasi nascosta, sfocia nel silenzio.
Il cuore ha la forza di unire gli opposti, di trovarsi in una rete di riferimenti: Il cuore è lo spirito vicino al sangue e si piega alla grazia.
La croce ne è simbolo assoluto e il cuore diviene cristiano nella misura in cui si lascia irradiare nella sua vampa.

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