Kalokagathia e Areté – I

átopon – Quaderno n.1/2007 – Edizioni Mythos

INDICE:

  • Cosmo: ordine e bontà e bellezza
    di Giuseppe Lampis 
  • Kalokagathia e areté nell’arte classica
    di Marina Plasmati
  • Bellezza e verità
    di Annamaria Iacuele
  • Arte e psicologia: ermeneutiche del senso
    di M. Pia Rosati
  • Una Chiesa: soglia dell’inesprimibile
    di Giuseppe Curatolo

Un uomo che si faccia risolvere intieramente nella mondanità, non è un uomo. Se Dio è morto, egli deve egualmente salvarsi, e oramai può farlo solo con le proprie forze soltanto.
Così, la poesia, non è più e non può più essere la splendida intrattenitrice o la decorazione di un altro discorso. La poesia – la forma estetica nella sua più limpida espressione, la lirica – acquista un peso inaudito.

Essa, sospinta nel mare aperto della libertà, svincolata dal servizio verso altri valori, tempo, trono, cattedra, si ritrova carica di un compito che aveva fino ad allora evitato: la salvezza di un dannato.

Come al cospetto della verità, davanti al suo mistero alle parole conviene tacere, oppure, per incantamento, divenire poesia, che è verità in figura di parole. In figura, solo così ci è concesso accostarci al fulgore incandescente del segreto.