Presentazione della rivista (Julien Ries) Meeting di Rimini - 1994

Julien Ries, uno dei massimi esponenti dell’antropologia, professore emerito della facoltà di Lovanio spiega il senso della rivista átopon.

Julien Ries

Vol1La rivista che presentiamo è una rivista interdisciplinare di scienze umane. Vorrei qui spiegare semplicemente una parte dei contributi a questa ricerca, e questa parte è rappresentata da quattro parole che sono nel titolo della rivista: antropologia, simbolo, tradizioni religiose.

Antropologia
Come primo punto diciamo che l’antropologia è la scienza che ha per oggetto lo studio dell’uomo.
Dopo il lavoro di Buffon, nel 1649, e di Linneo, nel 1757, fino alle recenti scoperte africane, si sono potute stabilire scientificamente le tappe della crescita della specie umana: Homo abilis, Homo erectus, Homo sapiens, Homo sapiens sapiens. E’ la filogenesi. Ma l’antropologia è anche lo studio dell’uomo creatore della cultura e delle culture. Nei Paesi anglosassoni l’antropologia sociale e culturale suscita grande interesse, inoltre si è diversificata e ha assunto molteplici orientamenti su cui non ci dilungheremo in questa sede.

C’è una terza grande via: l’antropologia religiosa. Si tratta di una scienza umana, non di una teologia, che studia l’Homo religiosus, l’uomo religioso, in quanto creatore e utilizzatore dell’insieme simbolico del sacro e in quanto portatore delle credenze religiose che dirigono la sua vita e il suo comportamento. La ricerca sull’uomo religioso è entrata in una nuova fase, da una parte grazie allo sviluppo delle scienze umane, dall’altra grazie all’importanza delle ricerche sulle religioni. Siamo in un’epoca che si sta interessando in maniera inattesa alle esperienze, ai fenomeni religiosi, al sacro, alle diverse religioni, alle filosofie religiose orientali – induismo, buddhismo, zen, yoga – alle dottrine della rinascita dell’uomo e della trasmigrazione. Stiamo assistendo inoltre ad una moltiplicazione delle sette e delle nuove religioni e ad un fenomeno mondiale, il New Age. Questa vasta problematica moderna richiede uno studio consacrato a colui che è l’autore di questo pensiero e di queste esperienze religiose, di questi fenomeni del sacro: l’uomo. Da qui l’importanza di una antropologia religiosa che non sia né etologia, né sociologia, ma che studi l’uomo come autore e come soggetto dell’esperienza del sacro, come costruttore di sistemi simbolici, come creatore di miti e di riti conformi alle sue credenze.

Simbolo
L’antropologia esamina l’attività simbolica dell’uomo religioso. Dopo Cartesio si è tentato di ridurre ogni conoscenza alle evidenze analitiche e alle esperienze empiriche, dalla scienza positiva si arriva al positivismo, ogni simbolismo ne è escluso.
Nel momento attuale assistiamo ad una grande svolta: si è compreso che il simbolico è la carta di identità dell’Homo sapiens. I lavori di Bachelard, Durant, Jung, Corbin, Dumezil, Eliade hanno rinnovato tutta la problematica dell’Homo simbolicus e dell’importanza del suo immaginario nella creazione della cultura. La mostra al Meeting, “Le origini dell’uomo”, è un’illustrazione dell’importanza del simbolo nella crescita dell’umanità. L’immaginario è fratello della ragione, insieme alla ragione è indispensabile al progresso e alle scoperte, perché è all’origine delle ispirazioni. Senza immaginario non c’è modello dunque non c’è progetto, senza progetto non c’è scoperta, e senza scoperta l’uomo si ferma.

Vol2La rivista «átopon» non è una semplice rivista che aggiunge qualche centinaio di pagine alle decine di migliaia che vengono pubblicate in Italia, è uno strumento di educazione alla simbolica. Per comprendere ci è sufficiente leggere i suoi articoli, leggere e meditare la sua illustrazione, un’opera simbolica ben pensata in funzione dell’uomo moderno, divenuto vittima dei mass-media, della cultura selvaggia della televisione, e dell’orgia delle sue immagini. Questa cultura selvaggia rischia di distruggere il dinamismo organizzatore e i fattori di omogeneità necessari ad un funzionamento normale dell’immaginario.
Ne abbiamo esempi ogni giorno: gli educatori si lamentano amaramente dei guasti causati nell’immaginario dei bambini da ore passate davanti al piccolo schermo televisivo. Avete constatato che «átopon» ha già pubblicato due articoli di Jacques Vidal sull’ermeneutica del simbolo. Vidal ha mostrato quanto il simbolo sia creatore di forze nuove nello psichismo umano.

Tradizioni religiose
In ogni edizione di «átopon» ci saranno uno o più articoli sulle tradizioni religiose. Non si tratta né di teologia, né di storia delle religioni, ma di avvicinamenti storici all’uomo religioso, nelle sue esperienze del sacro. In realtà il trattato di storia delle religioni di Mircea Eliade, pubblicato a Torino nel 1976 per la nuova edizione, è anche uno studio fondamentale sul sacro e il simbolo nella vita dell’uomo. All’ inizio dell’opera Eliade mostra come la volta celeste sia divenuta agente della rivelazione per l’uomo arcaico per il semplice fatto che essa gli è apparsa come il riflesso della realtà assoluta. La ricerca sulle tradizioni religiose si collega alla comprensione dell’uomo religioso. Bisogna giungere, diceva Eliade, ad identificare la presenza del trascendente nell’esperienza umana. Le tracce lasciate dall’uomo ci rivelano le sue esperienze, i suoi testi ci offrono dei discorsi sulla sua esperienza del sacro, ma questa è legata agli sforzi che egli ha fatto per costruire un mondo che abbia significato. Eccoci giunti al binomio sacro e cultura.

In questi dominii una vasta esplorazione ermeneutica delle tradizioni religiose resta da fare. «átopon» tenterà di contribuirvi con articoli, notizie, recensioni di opere che sono redatte in questa prospettiva.

Julien Ries