Il Punto Omega simbolo unificatore planetario

Dagli atti del Convegno "Figure archetipali - Tracce sui sentieri dell'uomo"
Bracciano 3-4 ottobre 2009

Fabio Mantovani

1.Per millenni la filosofia ha affrontato domande fondamentali sull’origine dell’universo, sulle cause dell’ordine e del moto, sulle leggi che li governano, sul ruolo del caso, sull’esistenza o meno di una Mente cosmica, sul destino del mondo e dell’uomo. Le argomentazioni teleologiche erano sovente ispirate e sostenute dalla fede in Dio e dalla storia biblica della salvezza. Ma oggi, osserva Virgilio Melchiorre, «la filosofia sembra per diversi lati raccolta nei modi dimessi di una ‘pensiero debole’ e insieme nella denegazione di tradizioni metafisiche o, comunque, di riferimenti assoluti»1. Secondo Gianni Vattimo, ad esempio, «via via che le scienze empiriche svelano i segreti della natura che credevamo impenetrabili – fino al Big bang, fino alla mappatura del genoma, fino all’esplorazione delle più remote regioni dell’universo – diventa sempre più difficile pensare a Dio come al creatore e ordinatore di questo ‘tutto’».2 Questa sbrigativa conclusione considera i dati scientifici come se fossero delle realtà a sé stanti, sortite dal puro “caso” e prive di “cause finali”, malgrado le conoscenze scientifiche dimostrino, ad abundantiam, che il mondo è un Unico Sistema costituito da un’infinità di sottosistemi interagenti. Di questa realtà olistica, delle relazioni fra le parti e della loro incessante complessificazione, tiene invece conto Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955), geologo, paleontologo ed antropologo. Egli è autore di una “sintesi” di grande portata scientifica, filosofica e teologica, che ripropone su basi moderne la visione finalistica dell’evoluzione.

2.Nei circa duecento scritti stesi nell’arco di quarant’anni, Teilhard de Chardin torna più volte sull’idea del Punto Omega e l’arricchisce gradualmente di connotazioni diverse. Purtroppo, per cause varie che in questo luogo omettiamo di elencare3, la conoscenza delle sue opere è in genere limitata a Il fenomeno umano, che tratta dell’evoluzione cosmica, biologica e sociale4. Egli la paragona ad un cono, in cui: la base è costituita dalla materia elementare originaria, le sezioni superiori rappresentano le molteplici fasi dei processi evolutivi e la parte più alta raffigura tutta l’evoluzione dell’uomo. Il vertice del cono è il Punto Omega,5 che segna la completa unificazione dell’umanità fra “diversi milioni d’anni”.6

Compresa soltanto in questa maniera schematica, la visione teilhardiana sulla “fine della storia”, come télos, non attrae granché. Il Punto Omega, così lontano nel tempo, non sembra potersi legare al nostro interesse vitale presente, non riaccende la nostalgia di un paradiso perduto, non ha il fascino della “età dell’oro”. Quando poi Teilhard passa al piano teologico e fa coincidere Omega col Cristo risorto, egli evoca indubbiamente la speranza dell’annuncio profetico (“ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra, e le cose di prima non si ricorderanno più e non verranno più in mente” – Isaia 65, 17), ma rischia di complicare la ricezione scientifica e filosofica della sua prospettiva,7 che sarebbe inoltre valida per la sola comunità cristiana. Com’è dunque possibile cogliere nel Punto Omega il valore di “simbolo unificatore planetario” e sentirlo presente nella nostra interiorità ?

3.La prima intuizione di Teilhard sull’esistenza di Omega si trova in un suo lavoro del 1916, intitolato “La lotta contro la moltitudine”,8 incredibilmente scritto quando come porta-feriti era sul fronte della Marna, fra i più insanguinati della 1^ g.m. Sin d’allora aveva adottato un punto di vista includente l’intero processo evolutivo, poi estrapolato nel futuro. Aveva compreso che:

  1. la materia, dall’atomo ai sistemi viventi, è sottoposta a due forze antitetiche: quella principale tende a dissociarla sempre più e invece l’altra, meno vistosa ma più significativa, cerca di ricomporla armoniosamente in nuove entità, vale a dire in “monadi” aventi una specifica ed unica individualità, un proprio centro esclusivo. In altri termini, tutto l’esistente va verso l’inesorabile degradazione entropica, come un grande fiume al mare, mentre con incessante ostinazione un sottile corteo di elementi risale la corrente in senso opposto, cioè neghentropico. È questa la via laboriosa della costruzione di strutture variamente complesse, secondo il numero di elementi (“Moltitudine”) che, interagendo, costituiscono ciascuna monade (gli “Uno”);

  2. l’evoluzione ha seguito una linea di cresta, una direzione altamente improbabile, dato che numerose soglie critiche sono state superate con “invenzioni” ad hoc ed in virtù della simultaneità di favorevoli condizioni all’intorno;9

  3. la “complessificazione” della materia è associata a livelli crescenti di psichismo che si manifestano in modo palese negli organismi viventi, sino all’autocoscienza dell’uomo;

  4. l’umanità è una “Moltitudine” le cui interazioni interne stanno formando una Noosfera sempre più consistente che, al raggiungimento del Punto Omega, diverrà una Grande Monade (completata, “centrata”), una sorta di “Mente collettiva.10

Teilhard è convinto che milioni di uomini organizzati per la guerra, lungo un fronte continuo di migliaia di km, sarebbero in grado di cooperare anche per fini costruttivi e ne rimane estasiato:

«Al di sopra del fango delle trincee vicine, ho appena visto levarsi la luna [simbolo della Noosfera]. La falce sottile ed esitante degli ultimi crepuscoli è diventata, poco a poco, un disco luminoso e pieno… Cosa esce dalle trincee oscure, davanti a me, stasera? É la Luna, o la Terra, una Terra unificata, una Terra nuova? … Per la prima volta, stasera, prendendo coscienza del blocco unico ove tutti noi siamo, alla vigilia di trovarci presi, ho avuto l’impressione di emergere fuori della nostra razza, e di dominare il suo insieme chiuso; – ed ho sentito come se, tutti, aggrappati strettamente gli uni agli altri, noi fluttuassimo insieme nel vuoto… Oh Monade pensante che graviti nel vuoto spirituale, gravata dell’anima di tutti i popoli, quale forza ti mantiene aggregata su te stessa? e quale attrazione ti guida, che ti impedisce di cadere?».11

Teilhard riesce appena ad intuire che la completa unificazione dell’umanità creerebbe un terzo tipo di riflessione: dell’umanità su se stessa, dopo il passaggio dall’ominide all’uomo e dopo la co-riflessione (attuale) fra gli uomini:

«Per inverosimile che possa sembrare questa affermazione, l’Universo non può essere pensato…senza prendere l’aspetto di un ambiente psichico convergente…Esso si conclude necessariamente [tendenzialmente12], in avanti, in qualche polo di supercoscienza… Il culmine in un Punto Omega».13

È il Punto Omega umano, che in un primo tempo egli aveva denominato omicron: è il raggiungimento di uno stato di concentrazione parossistica della Noosfera, laddove la complessità (cioè la coesione interna dell’umanità ) raggiungerebbe il suo massimo.

4.Qualunque legge fisica possa spiegare la complessificazione degli elementi, resta il fatto che quest’ultima si accompagna a fenomeni psichici di vario tipo, forse già a livello quantistico.14 La complessificazione deve quindi avere un “Attrattore” che suscita l’unione fra parti prima dissociate e il parallelo aumento di psichismo o di coscienza. Questo Attrattore della complessità -coscienza è perciò l’Infinito della Complessità -Coscienza, il Supremamente Cosciente e Personale.15  E dato che opera sin dall’inizio, esso è autonomo, trascendente, irreversibile e attuale:

«altrimenti non potrebbe né soggiogarci all’amore, né assicurarci all’incorruttibilità. Se per natura non sfuggisse al tempo ed allo Spazio che esso raccorda, non sarebbe Omega».16

Omega, che dall’inizio del mondo attira gli elementi verso di sé nella misura in cui si lasciano attrarre, è allora anche l’Alfa che li aveva creati.

Pure il Punto Omega umano, che è un fuoco di convergenza immanente, presuppone di là di sé quell’Attrattore, cioè l’Omega divino.

Teilhard proclamerà poi che Omega è il Cristo risorto, in conformità a quanto asserisce la Scrittura in vari luoghi.17 Non esaminiamo qui tale aspetto, seppur di grande importanza, per le molteplici implicazioni teologiche sul significato dell’Incarnazione, della Redenzione, della Cristologia, della Croce, ecc., che sono sinora considerate dal Magistero eterodosse, perché Teilhard parte dal presupposto che il Peccato originale non sia stato commesso da una coppia realmente vissuta.

Egli afferma che:

«la Caduta originale non è localizzabile in un dato momento, né in un dato luogo. Non s’inserisce nel nostro passato come un ‘evento’ particolare…Non si presenta come un elemento seriale, ma come un aspetto ed una modalità globale dell’Evoluzione».18

Non si può omettere di rilevare che l’Eucarestia è per Teilhard un’emanazione dell’energia attrattiva dell’Omega divino:

«L’Eucarestia è l’espressione e la manifestazione dell’energia unificatrice di Dio che viene applicata in dettaglio ad ogni atomo spirituale dell’Universo».19

5.La figura del cono, come detto in precedenza, rappresenta l’evoluzione dall’inizio del mondo al Punto Omega umano, peraltro ancora molto lontano nel tempo. Ma in uno scritto importante e poco noto, La Centrologia, egli illustra diversamente e in modo più efficace l’intero fenomeno evolutivo, immaginando che il cono sia visto dall’alto. Il Punto Omega diventa così il Centro di una serie di sfere concentriche, ciascuna delle quali è costituita da “isosfere di coscienza” che presentano qualità più elevate dalla periferia verso il Centro. Teilhard ha disegnato questo schema: 20

 Teilhard_schema

Gli elementi periferici sono costituiti dai frammenti della materia primitiva (elettroni, atomi, ecc. «probabilmente già dotati di una sorta di curvatura psichica»), che muovono verso il Centro sospinti “da tergo”, da leggi fisiche già impresse nelle condizioni iniziali.21

Quando si sono poi formati i primi corpuscoli, a livello della struttura cellulare o poco al di sotto, questi hanno cominciato a formare la “sfera di Centrazione” (o di formazione delle monadi) dove, seguendo varie line filetiche, hanno infine superato la soglia dalla Previta alla Vita.

Con l’ulteriore aumento della complessità, la Vita è entrata attraverso l’Uomo nella “sfera della Riflessione” (la zona punteggiata), che in virtù di miriadi di continue interazioni intellettuali e spirituali forma una rete di tipo neuronico attorno al pianeta: la Noosfera. Nella stessa Noosfera le persone occupano isosfere di coscienza diverse, che sono in avvicinamento o in allontanamento da Omega.

Il Punto Omega, al centro, esercita la sua attrazione trascendente e divina su tutto il creato sicché «l’Evoluzione è la mano di Dio che ci riconduce a lui».

6.La descrizione sin qui fatta della visione teilhardiana non è adeguata all’oggetto in esame, così come Il fenomeno umano non riesce a far capire d’acchito ciò che il suo autore “vede”.22 Ciò si spiega con il fatto che il linguaggio scritto o parlato, essendo di tipo lineare, impedisce la visione simultanea di tutti gli elementi fra loro correlati all’interno di una totalità23  dinamica. Senza dubbio, l’evoluzione della materia è una grandiosa totalità , che non si presta ad essere descritta analiticamente. Piuttosto, essa può essere colta per intero mediante altre totalità equivalenti. Pensiamo così che il pensiero teleologico di Teilhard de Chardin sia rappresentabile, ad esempio, per mezzo di due tipi di comunicazione “totale”, una pittorica ed una musicale.

Mandala nepalese di proprietà dell'autore
Mandala nepalese di proprietà dell’autore

Lo schema disegnato da Teilhard corrisponde esattamente al dipinto di un mandala.
Possiamo considerarlo come una sintesi della potenza divina in tutto lo Spazio-Tempo: all’esterno la Creazione e poi l’inizio dell’Evoluzione cosmica, fino al suo termine nel Punto Omega, al centro. Il mandala rappresenta dunque il cammino dal Molteplice all’Uno, dal caos e disordine alla crescente unione degli esseri, sino alla loro divinizzazione attraverso varie vie di perfezionamento.

I cristiani credono che Omega-Dio si sia rivelato direttamente alle Sue creature per condurle a Sé mediante l’attuazione della Sua Parola. Per tutti, comunque, Omega-Dio è attuale e presente, è il focolaio da cui si irradia, nel cuore degli esseri, l’attrazione dell’Uno.

Questo segreto richiamo delle anime è percepibile, oltre che in ambito religioso, nelle attività artistiche di ogni tempo e di ogni cultura che, a prescindere dal loro valore, sono tutte protese verso un’irraggiungibile polarità di Perfezione e di Bellezza.

La rappresentazione totale del moto evolutivo mediante il mandala facilita, contemplandolo, la possibilità di inserirsi psicologicamente nell’intero contesto della storia cosmica e dell’epopea umana, evitando in tal modo il senso di estraneamento e di separatezza dal tutto.

Il mandala, come noto, rappresenta anche l’evoluzione della persona verso il Sé, il che porta a dire che il Sé e il Punto Omega sono entrambi simboli di un compimento ultimo e che l’ontogenesi dell’individuo riproduce, in un breve arco di tempo, la convergenza della storia umana nel Punto Omega. Verosimilmente, i Sé sono riverberi che provengono dalla medesima sorgente di luce, da Omega, come i raggi del Sole illuminano il cammino individuale di ogni persona24.

L’altra equivalente totalità è la “Grande Danza”, che è la metafora oggigiorno più utilizzata per descrivere ciò che si conosce dell’universo fisico:

«Immagina che tutto quello che esiste prenda parte al moto di una grande danza – tutto, gli elettroni…uomini e bestie, alberi e pietre, tutto ciò che cambia, – e non c’è nulla in nessun posto che non cambi…perché la ruota più piccola e il mondo più grande girano su se stessi…perché il tuo corpo poggia sulle cavigle e i monti dell’Himalaya sono radicati nella terra – veloce o lento, misurabile o non misurabile, non c’è nulla in alcun posto che non sia la danza…Se provi dolore la danza ti sta trascinando, se stai bene, la danza ti porta».25

Ebbene, riteniamo che l’evoluzione teilhardiana sia straordinariamente evocata da una danza che è un unicum nella storia della musica: il notissimo Bolerodi Ravel. Infatti, il lento risveglio della vita e la sua graduale intensificazione sono perfettamente descritti dal ‘pianissimo’ iniziale sino al ‘fortissimo’ della fine, nonché dalla progressiva partecipazione di strumenti diversi, che entrano in gioco al tempo richiesto, come ogni vita individuale sul palcoscenico del mondo.26 Tema e controtema si ripetono di continuo conciliando l’opposizione fra gioia a sofferenza (cioè fra tonalità maggiore e tonalità minore), con una povertà tematica del tutto somigliante alla semplicità delle regole evolutive, che sono poche e sempre le stesse.27

È l’ultima nota parossistica del “tutti” che colpisce: essa non dà l’idea di una “fine”, ma sembra piuttosto che lo sforzo corale, sempre più intenso, sfoci in una dimensione extratemporale, così come il Punto Omega umano si sublimerebbe nel Punto Omega divino.28

7.Considerazioni conclusive.

a. Il Punto Omega nasce innanzi tutto come estrapolazione, all’infinito, del processo fisico-psichico di complessificazione della materia e dell’umanità.

Le conoscenze scientifiche posteriori a Teilhard avvalorano l’idea di una progressiva complessificazione evolutiva, tanto che il fisico F.J. Tipler utilizza il concetto di Punto Omega per la sua speciale visione teleologica, in cui sostiene che al termine dell’evoluzione la vita intelligente diventerà immortale.29 Tale prospettiva – fondata sull’idea che l’essenza di un essere umano sia il suo “programma”, ovvero l’insieme organizzato delle informazioni in esso accumulate – offre l’opportunità di chiarire che il raggiungimento del Punto Omega teilhardiano è determinato dal processo di “amorizzazione” interno all’umanità e non dalla sola accumulazione del sapere, peraltro ineluttabile. In effetti, ordine e caos, stabilità e variabilità, – da cui prende avvio l’edificazione di strutture complesse sin dalla prima fase dell’evoluzione cosmica (che è la più lunga), – presuppongono un Attrattore extra-temporale e perciò trascendente.30  Ma a livello umano i processi di aggregazione sono di ordine spirituale, per i quali l’amore è la sola forza unitiva che possa far giungere l’umanità al Punto Omega. È comunque interessante notare che se Tipler postula l’immortalità dell’intelligenza e del sapere memorizzato, anche Teilhard sostiene qualcosa di analogo a proposito della complessità -coscienza. Per spiegarsi meglio, egli ha disegnato la curva qui a fianco in cui  Y rappresenta la crescita di complessità -coscienza e il tempo.31

Teilhard_curvaIl tratto della curva a-b si riferisce alla fase di organizzazione e crescita della complessità coscienza che, incorporata in esseri viventi, sarebbe destinata all’entropia fra b e c.

Invece b, da cui si stacca verso d «una linea crescente in maniera esponenziale», è un:

«punto critico superiore di rflessione planetaria [cioè il Punto Omega], al di là del quale non possiamo più distinguere niente, ma al di là del quale possiamo dire che, con altre dimensioni ancora non rappresentabili, l’Universo continua…Riconosco di introdurre qui un postulato: cioè che l’Universo non potrebbe, per costruzione, disattendere la Coscienza che genera».

b. Tutta la storia passata e presente, caratterizzata da guerre e da minacce di distruzioni apocalittiche, porta a pensare che l’unificazione dell’umanità sia un mito, e comunque lontanissima dal nostro breve orizzonte esistenziale. Essa è probabilmente un’inestinguibile e disperante istanza, continua e profonda. Fëdor Dostoevskij, attraverso le parole di un suo personaggio letterario, così acutamente osserva:

«Io, diceva, amo l’umanità, però sono stupito di me stesso: quanto più amo l’umanità in generale, tanto meno amo gli uomini in partico­lare, cioè presi separatamente, come singoli individui. Spesso nei miei sogni, diceva, sono arrivato a concepire appassionati propositi di servire l’umanità, e forse sarei anche davvero salito sulla croce per gli uomini, se questo un bel momento fosse stato necessario; ma con tutto ciò non sono capace di vivere due giorni nella stessa stanza con un altro, chiunque sia, lo so per esperienza. Basta che uno mi stia vicino, che subito la sua personalità è di peso al mio amor proprio e disturba la mia libertà. In sole ventiquattro ore posso arrivare a odiare anche l’uomo migliore del mondo: quello perché sta troppo a tavola, quest’altro perché ha il raffreddore e non fa che soffiarsi il naso. Io, diceva, divento nemico degli uomini appena mi si accostano. In compenso, però, ho sempre riscontrato che quanto più odiavo gli uomini in particolare, tanto più ardente diventava il mio amore per l’umanità in generale».32

É l’amore che sogna un’umanità caratterizzata da “relazioni veramente umane”, quali sarebbero in modo inimmaginabile nel Punto Omega.

Il Punto Omega, nella sua duplice dimensione umano-divina, opera quindi come simbolo non razionabilizzabile di sovra-umanizzazione delle persone, che cercano di realizzarsi nei loro Sé individuali e di completarsi nelle relazioni positive con gli altri.

Fabio Mantovani

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NOTE:

1 Virgilio Melchiorre,  Fra metafisica e fenomenologia. Una filosofia per domani? In “Itinerari” 1-22009, p. 3.

2 Gianni Vattimo, in http://giannivattimo.blogspot.com/2009/08/santanselmo-quel-che-resta-di-dio.html

3 Cfr. http://www.biosferanoosfera.it/scritti/OPACITA%20E%20SPLENDORI%20OPERA%20TDC%20per%20pdf.pdf

4 P.Teilhard de Chardin, Il fenomeno umano, Queriniana, Brescia 1995.

5 «Allorché, lungo l’asse decrescente di un cono, si susseguno sezioni di area costantemente dcrescente, giunge il momento in cui, per un ulteriore spostamento infinitesimale, la superficie svanisce, essendo diventata un punto». In P. Teilhard de Chardin, Il fenomeno umano, op. cit. p. 157.

Ibidem, p. 180.

7 Per un corretto approccio alla lettura e studio dell’opera teilhardiana: cfr. “Lettera aperta a Giorgio Celli” in http://www.biosferanoosfera.it/scritti/LETTERA%20APERTA%20A%20CELLI.pdf

8 P. Teilhard de Chardin, La vita cosmica, il Saggiatore, Milano 1970, p. 141.

9 Questi passaggi critici sono descritti nella fondamentale opera di J. D. Barrow e F. J. Tipler, Il principio antropico, Adelphi, Milano 2002, pp. 555-561 (per l’evoluzione biologica). Cfr. anche H. Reeves, L’evoluzione cosmica, BUR, Milano 1998 (specie per la formazione degli atomi nella fase stellare e interstellare, pp. 91-114).

10 Le varie teorie sulla Noosfera sono descritte in http://www.biosferanoosfera.it/scritti/NOOSFERA.pdf

11 P. Teilhard de Chardin, “La Grande Monade”, in Écrits du temps de la guerre, Grasset, Paris 1963.

12 Perché, altrove, Teilhard ammette il rischio che l’Umanità – essendo libera – non raggiunga il Punto Omega.

13 P. Teilhard de Chardin, La scienza di fronte a Cristo, il Segno dei Gabrielli, Verona 2002, p. 193.

14 Amir D. Aczel, Entanglement, Cortina, Milano 2004.

15 Il Dio Uno e Trino dei cristiani pare proprio essere l’Infinito della Complessità -Coscienza!

16 P. Teilhard de Chardin, Il fenomeno umano, op. cit. p. 252.

17 Cristo “In quo omnia constant” e “Ad quem omnia tendunt”. I vari riferimenti alla Scrittura si trovano in: P. Teilhard de Chardin, La scienza di fronte a Cristo, op. cit., nota a p. 82.

18 P. Teilhard de Chardin, La mia fede – Scritti teologici, Queriniana, Brescia 1993, p. 59. La questione è trattata in:

http://www.biosferanoosfera.it/scritti/PECCATO%20ORIGINALE%20E%20UOMO%20PRIMITIVO%20%20BIS.pdf e

http://www.biosferanoosfera.it/scritti/BENEDETTO%20XVI%20E%20RIABILITAZIONE%20TDC.pdf

19 P. Teilhard de Chardin, La mia fede – Scritti teologici, op. cit., p. 159.

20 P. Teilhard de Cahrdin, L’Activation de l’Énergie, Seuil, Paris 1963, p. 104.

21 Ibidem, a p. 128, precisa però che anche le isosfere più lontane sono attratte da Omega «non essendo l’Energia fisica che dell’energia psichica materializzata».

22 P. Teilhard de Chardin, Il fenomeno umano, op. cit., p. 30: l’Autore, rendendosi conto delle difficoltà della comunicazione linguistica, avrebbe voluto proiettare un film per “far vedere” ciò che si accingeva a dire per iscritto.

23 Questo fatto esperienziale sarebbe da collegare, come noto, alle diverse funzioni dei due emisferi cerebrali.

24 Il corollario è che pare esservi un’interessante complementarietà fra le visioni di Teilhard de Chardin e di Jung. Questa tesi è sostenuta in http://www.biosferanoosfera.it/scritti/progresso.pdf

25 Charles Williams, cit. in Giuseppe Del Re, La Danza del Cosmo, UTET, Torino 2006, pp. 7-8.

26 Gli strumenti suscitano varie emozioni e rappresentano “voci” diverse dell’interiorità umana. Secondo Caludio Gregorat, gli archi sono il “sentire”, i legni sono il “pensare”, gli ottoni il “volere cosciente”, le percussioni il “volere inconscio”, in L’anima degli strumenti musicali, Centro Scientifico Editore, Torino 1994.

27 Cfr. https://www.atopon.it/index.php?page=il-senso-naturale-della-vita Il senso ‘naturale’ della vita nella Weltanschauung di Teilhard de Chardin”. 

28 Eventualmente si possono riascoltare due diverse esecuzioni:  http://www.youtube.com/watch?v=3-4J5j74VPw oppure http://www.youtube.com/watch?v=pe4gn8rYFoE

29 F. J. Tipler, La fisica dell’immortalità , Mondadori, Milano 1995.

30 Come non rimanere stupefatti, ad esempio, di fronte alla “invenzione” della clorofilla, l’elegante macromolecola simile a un fiore dallo stelo lunghissimo, con un solo atomo di magnesio che gli fa da pistillo! É una complessa architettura dinamica di atomi che si sono auto-assemblati con la precisa finalità (essenziale alla Vita) di catturare l’energia luminosa del Sole e di trasformarla poi in energia chimica. Per inciso va detto che il termine “autopoiesi”, introdotto da Maturana e Varela nel 1972, non è di per sé sufficiente a spiegare l’intenzionalità che è implicità ed a priori nelle organizzazioni della natura.

31 P. Teilhard de Chardin, L’Activation de l’Énergie, op. cit. p. 350.

32 F. Dostoevskij, I fratelli Karamazov, BUR, Milano 1998, p. 78.