Eraclito e il problema del male

átopon – Quaderno n. 1/2014 – Edizioni Mythos

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INDICE:

A

  • Il frammento 102
  • Gli opposti non esistono
  • Anassimandro e Eraclito
  • Giusto e ingiusto
  • Il saggio
  • La polis e la legge

B

  • Premessa
  • La decisione degli uomini
  • La giustificazione del male
  • Filosofia e religione della salvezza
  • Anche qui ci sono gli dèi
  • Il paradosso
  • L’incontro con l’assoluto
  • Separatezza del dio
  • Gli uomini devono vivere gli opposti
  • Il testimone Porfirio
  • Conclusione

«Per il dio ogni cosa è giusta e bella, invece gli uomini prendono alcune cose per ingiuste e altre per giuste» (Eraclito 102).

Ma da dove potrebbero mai sorgere il male, l’errore e l’ingiustizia in un cosmo chiuso, unico ed eterno, completamente governato dal logos e dalla giustizia?
Unde malum?

La risposta di Eraclito è dura da ascoltare, interpretare e sopportare: ciò che appare ingiusto è nello stesso ordine supremo della giustizia.

E, allora, come si potrà riuscire a consentire con il dio e a riconoscere che il tutto è giusto?
C’è una strada per mediare un incontro così paradossale con l’assoluto?

Dike, per accogliere in sé, esige il passaggio attraverso il dramma dell’incontro con il male di vivere.

Solo il saggio sarà capace di trasvalutarsi nel sacrificio di sé e però anche gli altri uomini potranno seguirlo se costruiranno la loro città con leggi ispirate dal logos, la legge divina.