Leggere i testi Sufi

P. Giuseppe Scattolin

Pagine in anteprima tratte da
Manifestazioni spirituali nell’Islam [1]
Antologia di alcuni testi fondamentali
del sufismo classico (secoli I/ VII – VII/ XIII)

(in corso di pubblicazione)

  

Leggere i testi sufi

Leggere i testi sufi, come pure quelli di ogni vera esperienza spirituale, non è un’impresa facile. Fra l’autore e il lettore esiste sempre una distanza interpretativa che, nonostante tutti gli sforzi, non viene totalmente superata. La famosa ‘fusione degli orizzonti’(Horizontverschmelzung), di cui parla il filosofo tedesco Hans-Georg Gadamer (m. 2002) nel suo libro Verità e Metodo[2] come termine ultimo dell’interpretazione di un testo, non sarà mai completa. Continuerà infatti a esistere una dialettica continua tra il testo e il lettore. Occorrerebbe un’identificazione ontologica fra l’autore e il lettore per realizzare una fusione totale di orizzonti, cosa evidentemente impossibile. Nonostante ciò, è possibile giungere mediante il testo a un parziale avvicinamento fra le due parti che può condurre a una certa comprensione dell’esperienza dell’autore, comprensione sempre utile per quanto incompleta.

Questa problematica esiste anche nella lettura dei testi sufi che qui presentiamo. Entrare nel mondo della mistica islamica, così come i sufi l’hanno espressa nei loro testi, è un cammino difficile, e i suoi risultati, come abbiamo detto, non sono sempre chiari ed evidenti. Qui ci immergiamo in un mare che è stato descritto da molti come un mare ‘senza rive’, nelle cui acque troviamo di tutto: ci sono testi semplici, assai lineari e comprensibili, altri sono oscuri, e i loro termini, anche se chiari nel loro significato letterale, si complicano molte volte fino a un vero ermetismo. Nelle note e nei commenti abbiamo cercato di aiutare il lettore a immergersi in tale mare di esperienze per ottenere una comprensione, almeno parziale, di esse. Ma anche noi molte volte ci siamo dovuti arrendere davanti all’incomprensibilità del testo sufi. Del resto questa è una delle caratteristiche della lingua araba, la polisemia. Ogni termine, ogni radice, è carico di molti sensi, e l’autore non si risparmia nel sorprendere il lettore con significati nuovi e inusuali.

In ogni caso, come abbiamo detto sopra, quest’avventura merita di essere intrapresa. Il lettore troverà che le ricchezze delle esperienze spirituali dell’Islam lo aiuteranno ad approfondire la propria esperienza spirituale. Un antico adagio recita: “non conosci Platone se conosci solo Platone”[3]. Questo può essere detto anche della fede: non conosci veramente la tua fede se non ti confronti con una fede diversa dalla tua. E così pure è il caso dell’esperienza spirituale. Occorre infatti sperimentarci con ‘l’altro’, il diverso, per capire la nostra vera identità. Del resto, occorre ricordare che Dio ha creato l’universo nella varietà e differenza, non nell’uniformità e monotonia. La pluralità, quindi, e non l’uniformità, è lo stile di Dio, sia nel mondo materiale che, a fortiori, si potrebbe dire, in quello spirituale.

La presente Antologia di testi sufi intende quindi mettere il lettore in contatto diretto con i tanti ‘pellegrini dell’Assoluto’, nella varietà dei loro percorsi e stati, come pure nella molteplicità delle loro espressioni. È in questa prospettiva che tali testi sono stati raccolti, ed è in questa prospettiva che devono essere letti e compresi. Essi infatti non sono solo frutto di fattori culturali e sociali, come una certa ermeneutica continua ad affermare, anche se questi fattori non mancano. L’essere umano infatti è necessariamente un essere storico, e questi testi sono in primo luogo frutto di esperienze vissute e sofferte, molte volte fino alla morte, e quindi solo chi ha gustato la loro stessa esperienza può in qualche modo comprenderli realmente.

P. Giuseppe Scattolin

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Note:

[1] Il presente lavoro è fondamentalmente la traduzione dell’antologia di testi sufi in arabo: Giuseppe Scattolin e Aḥmad Ḥasan Anwar, Al-Tajalliyât al-rûḥiyya fî l-islâm. Nuṣûṣ ṣûfiyya ‛abra al-târîkh (Manifestazioni spirituali nell’Islam. Testi sufi attraverso la storia), Al-Hay’a al-Miṣriyya al-‛Âmma li-l-Kitâb, al-Qâhira (Cairo), 2008. La traduzione italiana è notevolmente ampliata con nuove personalità sufi, introduzioni, biografie e commenti ai testi sufi e indici riveduti e ampliati.

[2] Hans-Georg Gadamer (m. 2002) è senza dubbio uno dei più importanti pensatori e filosofi del nostro tempo. Egli ha elaborato il concetto di ermeneutica filosofica, concepita né come teoria né come metodo o metodologia, indagando in essa il fenomeno della comprensione e la corretta interpretazione del testo. Il punto di arrivo della sua ermeneutica sarebbe la ‘fusione degli orizzonti’ (Horizontverschmelzung) fra il lettore e il testo. Tale espressione ricorre spesso nel suo testo in una varietà di modulazioni, ed è diventata molto popolare nel contesto ermeneutico. Vedi: Hans-Georg Gadamer, Verità e metodo, a cura di Gianni Vattimo, Bompiani, Milano, 2000 (or. tedesco Wahrheit und Methode, 1960).

[3] Platone fu uno dei più importanti filosofi greci. Egli fu prima discepolo di Socrate (m. 399 a.C.) e poi maestro di Aristotele (m. 322 a.C.). Morì ad Atene nel 348/347 a.C. Platone fu l’iniziatore di un’importante corrente filosofica (il platonismo) che ha avuto una grande influenza sul pensiero umano in generale, e su quello cristiano e islamico in particolare.