Una religione dell’atto cruento

Giuseppe Lampis – Una religione dell’atto cruento – I misteri di Mithra – Collana Nostoi – Edizioni Mythos – Roma 2001

INDICE:

  1. Un mistero romano con le maschere
  2. Gradi inziatici e astrologia
  3. Mithra solare
  4. Il sacrificio del toro
  5. Mithra e Ahriman
  6. Mithra ermetico
  • Bibliografia delle citazioni

L’icona principale dei misteri di Mitra raffigura il dio nell’istante in cui, dopo aver cavalcato e fiaccato il toro, gli affonda il pugnale nella gola. Il sangue che sgorga dalla ferita alimenta il mondo e salva gli uomini.

Dopo duemila anni di cristianesimo, la fede in un dio guerriero può apparire crudele e barbarica, eppure le due religioni avverse condividevano credenze comuni su vari aspetti: la nascita del dio in una grotta il 25 dicembre; la sua funzione di Salvatore; il giudizio finale con cui dividerà i malvagi dai giusti; il rito del banchetto comune dei devoti con pane segnato dalla croce e con vino.

Ma rispetto al cristianesimo, il dio Mithra non funge da vittima sacrificale per riscattare una colpa.

Nel mitraismo non c’è ombra del sentimento e della colpa.

L’eroe divino non è un dio che muore. E’ un dio giovane, forte, bello, equilibrato, che uccide.

La salvezza che da lui promana verso gli uomini non dipende dalla sua morte, ma dal fatto che egli dà la morte. E, pertanto, la vittima che da lui viene uccisa è quella da cui può scaturire la vita e la salute.

Il saggio esamina l’identità di questa vittima per decifrare in che senso dalla sua morte cruenta può nascere la vita.