Cappuccetto Rosso e i bambini del nido Dagli atti della Tavola Rotonda "Fiaba Magistra Vitae"
Bracciano 15 dicembre 2009

Maddalena Muzi

Nel nostro progetto educativo scolastico, che riguarda un nido con sezioni di bambini dai due ai tre anni, un ruolo importante viene assegnatoall’esperienza della lettura e animazione di fiabe. Tale scelta è dettata dalla consapevolezza delle forti implicazioni che la fiaba svolge sullo sviluppo emotivo-affettivo, a partire dai primi anni di vita, e sulla crescita equilibrata ed armonica dei bambini.

I piccoli, se sollecitati in modo adeguato, rispondono con particolare interesse e vivono la fiaba in modo diretto, immedesimandosi in tutti i personaggi della storia. Questi vengono sentiti come elementi necessari di una realtà complessa ed affascinante che viene esplorata con anticipazioni di emozioni e di pensieri, con cambi di ruolo e giochi creativi. Tutto ciò contribuisce, in questo particolare momento dello sviluppo, che richiede nuovi adattamenti e nuove relazioni affettive, ad accrescere sentimenti fondamentali come la fiducia e l’autodeterminazione

Il nostro laboratorio di lettura si rivolge ad un piccolo gruppo di bambini (massimo otto partecipanti), in determinati momenti della giornata: preferibilmente durante l’accoglienza, come strumento per l’elaborazione del distacco dalle figure genitoriali, oppure in situazioni che richiedono una “ catarsi emotiva” per lasciare spazio alla concentrazione di un lavoro individuale e di gruppo di forte impegno attentivo e cognitivo.

Il nostro lavoro è orientato principalmente alla proposta della fiaba classica, ricca di contenuti simbolicamente rilevanti e leggibile a diversi livelli interpretativi.

Una delle fiabe che maggiormente suscita interesse nei bambini è senz’altro “Cappuccetto Rosso”. L’esperienza che riporto mostra chiaramente l’impatto che tale narrazione svolge su di loro.fiaba_madda

Il gruppo composto da sette bambini di età compresa tra i due e i tre anni (Edoardo, Sara, Virginia, Cecilia, Giorgia, Lorenzo e Ilaria ) si raccoglie intorno a me sul tappetone, l’angolo predisposto per il laboratorio di lettura. Chiedo loro se abbiano preferenze sulla fiaba che racconterò. Virginia risponde: “Racconta quella del lupo!”.

Edoardo interviene: “Apri il libro, apri il libro, Madda!”, poi si alza, va verso la libreria e me lo indica: “Eccolo!”.

Virginia risponde: “È Cappuccetto, è Cappuccetto Rosso!”. Sara dice concitata: “È quella del lupo, è quella del lupo!”, e si rivolge ai compagni con fare gioioso.

Inizio la narrazione mostrando il libro e commentando le prime immagini.

A proposito della rappresentazione grafica, il libro da noi usato, non presenta immagini statiche ma dà un forte risalto all’elemento dinamico psicologico. Nella prima parte della fiaba, il bosco, è reso nella sua naturale bellezza e positività, il lupo è nascosto tra gli alberi e la figura di Cappuccetto Rosso sta avanzando a partire dallo sfondo. Ciò crea un forte contrasto tra aspetti buoni e rassicuranti ed aspetti minacciosi e incombenti. Questo permette un forte coinvolgimento emotivo da parte dei piccoli che spontaneamente animano la fiaba facendola loro.

Edoardo, intravedendo Cappuccetto tra i tronchi degli alberi, inizia a parlare con lei: “Ferma, ferma, vai piano, aspetta! Guarda, guarda, c’è il lupo!”. Poi aggiunge: “No, no, il lupo!… No, lupo, vai via!”.

Vado avanti con la narrazione fino al momento in cui il lupo esce allo scoperto ed osserva Cappuccetto Rosso. I bambini osservano in silenzio, senza distogliere lo sguardo dalla scena.

Giorgia sbarra gli occhi e segue gli eventi col fiato sospeso.

Cecilia, guardando attentamente il lupo, inizia a dire: “Ti mangia, ti mangia…guarda, guarda i denti! è arrabbiato!”.

Virginia: “Brutto, brutto… via, via da Cappuccetto!”. Sara dice: “Guarda, Madda, guarda com’è grande… Totò, via!” facendo finta di picchiarlo.

Nel racconto, il lupo arriva a casa della nonna e bussa alla porta. Sara dice: “Toc, toc!… chi è?”.

Si prosegue con l’evento del lupo che ingoia la nonna. A questo punto, il gruppo di bambini interagisce con la storia facendo finta di mangiare identificandosi così nel lupo che diventa anche lo specchio della loro oralità. Giorgia si sdraia, si mette a pancia in sotto ed inizia a muovere la mano come a simulare il mangiare dal piatto. Edoardo invece dice: “Brutto, brutto lupo, va via! Mangiato nonna…! Dov’è, Madda, nonna mia? Viene pomeriggio, vero? Dopo la ninna, vero?”. Viene verso di me ed io rispondo: “Certo che viene, come tutti i pomeriggi!”. E lui si tranquillizza.

Cecilia inizia la condivisione del gioco del mangiare, dicendo: “Gnam, gnam!”, e guarda fuori dalla finestra. Sara assume la stessa posizione di Giorgia e la imita nel far finta di mangiare.

Virginia interviene: “No, non si fa, lupo… non si fa male a Cappuccetto! Non si mangia la nonna, si dà bacetto…” e inizia a muovere le labbra quasi a simulare un bacio.

Arriva la scena del cacciatore. I bambini mostrano attrazione per il fucile, e Lorenzo fa finta di sparargli, mentre Edoardo intona la canzone dello “sceriffo”, da loro conosciuta, riferendosi al punto in cui il personaggio spara.

Virginia inizia a cantare allegramente la canzoncina di Cappuccetto rosso spesso intonata la mattina dopo la merenda attirando così l’attenzione dei compagni che la seguono fino alla fine. Tale canzone, riassumendo i vari passaggi narrativi, svolge una funzione rassicurante a livello psicologico in quanto i momenti drammatici vengono superati in una sorta di festa gioiosa finale.

Conclusa la narrazione, Edoardo dice: “Basta! Adesso usciamo!”… E si passa oltre, ad un’altra esperienza di gioco e di vita condivisa.

Maddalena Muzi


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