Il santuario di Monte Prama
nel Sinis

Giuseppe Lampis

(Anticipiamo un breve capitolo del volume di Giuseppe Lampis, prossimo eBook di átopon,
sul tema del rapporto degli uomini con il problema della fine nell’ethos non moderno.)

 

Testa di guerriero con occhi dal duplice cerchio, Monte Prama
Testa di guerriero con occhi dal duplice cerchio, Monte Prama

Le statue dissepolte a Monte Prama nel deserto sardo del Sinis sono i dèmoni veglianti di cui in Esiodo e in Eraclito. Sono i custodi guerrieri che guardano, vittoriosi sul sonno; lo scultore ha messo in evidenza la loro peculiare identità negli occhi dal duplice cerchio.

Con loro entra un’altra prova (dopo il mito della Via Lattea da me presentato in uno studio sulla religione sarda arcaica) che la tradizione dei sardi nuragici viene da oriente: i dèmoni veglianti guardiani di vivi e morti di Esiodo, Eraclito, Platone sono un’idea orientale, hittita, iranica, parsi.

Non faccio mai viaggi per un fatuo desiderio di spostarmi a cercare un vuoto, una vacanza. Sono chiamato da un’attrazione magnetica. I piedi mi hanno portato al terrazzo della Cittadella di Cagliari sotto la torre di San Pancrazio dentro il pozzo del museo archeologico nazionale, dove gli scienziati frastornati e sgomenti – avendo esitato, et pour cause, per quarant’anni – avevano esposto i giganti ricostruiti.

Si trattava infatti di un documento indigesto per i criteri appiattenti del materialismo archeologico e che mette in crisi le letture a lungo dominanti nella locale università.

Le statue impongono la presa d’atto di una spiritualità che si riconnette con l’antico Iran.

 

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Note:

Volto d’arciere e guerriero dai quattro occhi e  quattro braccia
Volto d’arciere e guerriero dai quattro occhi e quattro braccia

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