«Immortali mortali mortali immortali,
vivono perché muoiono (la morte loro) muoiono perché vivono (la vita loro)»
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Qual’è la coppia connessa con una simile necessità intrinseca?
Il misterioso sta nel plurale. Si tratta di una coppia i cui componenti sono tanto stretti da essere un medesimo. Un medesimo duplice. Un bidirezionale che convergendo diverge e divergendo converge, tensione che va e torna.
Ne risulta che sostantivi aggettivi pronomi participi verbali rispondono strutturalmente a un duo, ossia a un soggetto essenzialmente e misteriosamente (o misticamente) duplice.
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Tale duplice soggetto ci è indicato dal passo sulle falloforie (B 15): Ade–Dioniso.
Essi sono l’uno dell’altro i viventi la morte e i morenti la vita, reciprocamente legati e medesimi. Uniti in coppia funzionano nei due versi, ognuno trae l’altro con sé nel senso o del vissuto della morte o della morte della vita, indifferentemente come principio o come fine.
Dioniso può essere il vivente la morte e il morente la vita e Ade altrettanto. Infatti essi sono il medesimo.
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Ade è inoltre un nome di Crono ed è il capo dei Titani, capostipiti dell’umanità nel mito di Dioniso.
Ora, nel drammatico rapporto dei Titani con il puer divino è praticato un arcaico rito immortalante. Immortalare uccidendo mostra che un immortale si fa mortale per ridiventare immortale.