Articoli con parola-chiave: Aristotele

Borges, le rose e Aristotele

I morti appartengono a una sfera separata e lontana, il passato. Riguarda altri, non noi.Come potrebbe darsi, allora, che un presente e vivo abbia la sorte di trovarsi lì, oltre il confine della realtà in atto, nell’aldilà, pur avendo ora l’essenza di vivo? Come potrebbe accadere che un vivo e presente finisca per entrare in un quel tempo sprofondato e appartenere ad esso in un modo essenziale, non essendo più quello che pur è, ora?

La nascita della filosofia

… «sapiente» mi pare un titolo grandioso,  giustificabile solo per un dio,  invece un appellativo del tipo «desideroso del sapere» (filo-sofo)  potrebbe definire meglio il piano in cui si trova l’uomo.  (Platone, Fedro 278 d) La filosofia nasce adulta e all’improvviso? I cosiddetti precedenti non spiegano niente. Considero che il nuovo, se è nuovo autentico, non è certo una semplice riformulazione del vecchio. Inoltre, in questo caso, i precedenti sono stati cercati sotto il condizionamento di un equivoco: che per pensare … Continua la lettura di La nascita della filosofia

I Greci e l’unicum

Igreci pensano l’uno come unicum e i nostri guai di interpreti che si sentono e pretendono successori cominciano da lì. È da lì che si avviano i travagli di venticinque secoli di filosofia, perché l’uno dei greci si è espresso in un pensiero doppio, complesso e ricco di circoli fino alla ambiguità. L’uno è unicum infatti in due sensi. Due sensi strettamente correlati e richiamantesi che sono nel tempo stesso complementari e refrattari reciprocamente. La loro inscindibilità è nel tempo stesso un dramma angoscioso … Continua la lettura di I Greci e l’unicum