Articoli con parola-chiave: metafisica

Saggezza orientale e sapere occidentale Ananda K. Coomaraswamy

Orient et Occident e La Crise du Monde moderne sono, a eccezione de L’Homme et son devenir che apparve sotto altri auspici (Londra, Rider, 1928), i primi volumi di una serie in cui tutte le opere del sig. René Guénon già pubblicate in francese appariranno in lingua inglese. Il sig. René Guénon non è un “orientalista”, ma quel che gli Indù chiamerebbero un Guru. Ha vissuto prima a Parigi, ora, da molti anni, in Egitto, dove le sue relazioni sono islamiche.

Alienazioni

  Il problema nasce in cielo Nel Fedro emerge che la vita terrena dovrà riequilibrare un’alterazione metafisica. La creazione si presenta squilibrata per una legge necessaria e deve essere completata. (La questione è ben chiarita da Léon Robin nella Notice premessa alla sua traduzione del 1933.) Nel racconto mitico di Platone, le anime – ognuna un cocchio alato con un auriga e due cavalli dal carattere contrastante – corrono in alto, sopra il cielo (nell’iper–uranio), oltre il limite del cosmo … Continua la lettura di Alienazioni

La malattia dell’angoscia

(tratto da “Lettera e Spirito n. 40“) R. Guénon, Initiation et Réalisation spirituelle, Éditions Traditionnelles, Paris, 1952, cap. III: La maladie de l’angoisse   Oggigiorno è di moda, in certi ambienti, parlare di “inquietudine metafisica”, e perfino di “angoscia metafisica”; queste espressioni, evidentemente assurde, sono ancora di quelle che tradiscono il disordine mentale della nostra epoca; ma, come sempre in casi simili, può essere interessante cercar di precisare che cosa vi sia sotto questi errori e che cosa implichino esattamente … Continua la lettura di La malattia dell’angoscia

La natura della vista interiore e i paesaggi dell'illuminazione

(da Àtopon Vol. IV)

Nota In Te è la sorgente della vita, nella Tua luce vediamo la luce. Salmo XXXVI, 10 Quello stato in cui il pensiero, tenuto a freno dall’osservanza dello yoga, trova riposo: in cui uno, vedendo il sé con il sé, si rallegra nel sé. Gîta 6, 20 Molti sono attratti dalla metafisica, sono appassionati delle cose dello spirito senza che ciò comporti per loro una rinuncia al pensiero critico e pragmatico. Muoviamo da questo difficile ma invitante equilibrio, col quale … Continua la lettura di La natura della vista interiore e i paesaggi dell’illuminazione

(da Àtopon Vol. IV)

Heidegger al bivio

… «sapiente» mi pare un nome grandioso, giustificabile solo per un dio, invece un nome del tipo «desideroso del sapere» (filo-sofo) potrebbe definire meglio il piano in cui si trova. (Platone, Fedro 278 d)   1 Il presupposto di Heidegger è che quando un pensatore (autentico) muta la rotta non è il pensatore ma la verità ad aver mutato volto. La verità viene sempre dall’alto, per così dire, da un piano esente dal divenire in quanto una verità che diviene è una … Continua la lettura di Heidegger al bivio

I Greci e l’unicum

Igreci pensano l’uno come unicum e i nostri guai di interpreti che si sentono e pretendono successori cominciano da lì. È da lì che si avviano i travagli di venticinque secoli di filosofia, perché l’uno dei greci si è espresso in un pensiero doppio, complesso e ricco di circoli fino alla ambiguità. L’uno è unicum infatti in due sensi. Due sensi strettamente correlati e richiamantesi che sono nel tempo stesso complementari e refrattari reciprocamente. La loro inscindibilità è nel tempo stesso un dramma angoscioso … Continua la lettura di I Greci e l’unicum

Tempi alchemici

C’è nella vita di ognuno un senso di imperfezione che nasce dal percepire l’inutilità di quanto, negli anni, s’è andato facendo; come le idee e le convinzioni siano vane, alterne e inclini a subitanee mutazioni. Uno scorrere di emozioni cangianti che fanno dell’individuo una marionetta in balìa di un avvicendarsi casuale, di una Heimarmene capricciosa quanto oscura e fatale. Si può dire che la beffa del pathos umano sia ritmata nell’oblivione: unica certezza la fine, che giunge, anch’essa maculata da una inesorabile attesa. Tutto … Continua la lettura di Tempi alchemici

en archei en ho logos…

Per Claude Levi-Strauss (Primitivi e civilizzati, Milano 1997), la cultura non sorge con la fabbricazione di strumenti ma con la parola. L’uomo non si stacca dalla natura, ovvero dalla eredità biologica, con la produzione di oggetti ma parlando e comunicando. Il primo uomo dunque non è il faber ma il comunicatore e in sostanza il poeta. Lo avevano già detto i romantici e Croce. Anche per il paleontologo André Leroi-Gourhan la cultura nasce con il linguaggio – come per Levi-Strauss … Continua la lettura di en archei en ho logos…

Senso, moira, nichilismo

Contro il nichilismo vale, dicono, solo la vitalità. Però, la vitalità, come il coraggio per don Abbondio, o c’è o non c’è, nessuno può darsela. La tesi procede più o meno in questi termini: sopra di noi c’è il Dis-umano, l’Indifferente, eppure “ io ci sono ”, beninteso finché ci sono. Nella sua versione più drammatica, all’inizio della modernità, l’ io assume la veste del Don Giovanni all’inferno di Baudelaire: nonostante l’inferno, io sono contro. L’uomo in rivolta è un nipotino di questo io, io mondano, senza dio, … Continua la lettura di Senso, moira, nichilismo

Il Nuraghe da: ‘ Sa bia de sa palla'. La Via Lattea in Sardegna
Roma, Mythos 2003, pp 87-96

Indichiamo alcuni tra i più rilevanti temi della spiritualità della Sardegna antica trattati dal recente saggio di Giuseppe Lampis, ‘ Sa bia de sa palla’. La Via Lattea in Sardegna, Roma, Mythos 2003 Nel Museo Archeologico di Cagliari si può osservare un bronzetto che gli archeologi hanno individuato come un modellino di nuraghe a quattro torri. Frobenius va oltre la banale evidenza e si chiede di quale originale a sua volta esso sia modello. Di che cosa è immagine il … Continua la lettura di Il Nuraghe da: ‘ Sa bia de sa palla’. La Via Lattea in Sardegna
Roma, Mythos 2003, pp 87-96