Articoli pubblicati nella Sezione: Psicoantropologia simbolica

Le vette degli dei Intervista

Da sempre le montagne rappresentano per l’uomo la possibilità di avvicinarsi alla divinità.  Sono i luoghi dove la preghiera si fa più forte e dove diventa più intimo  il rapporto con Dio. Ma come e perché una cima diventa sacra? Se la montagna ha assunto nei millenni quel valore simbolico che trasforma migliaia di vette in luoghi di manifestazione del Sacro, se ogni popolo vi ha collocato le proprie divinità elaborando visioni tanto diverse quanto paragonabili, la ragione è nell’inesauribile … Continua la lettura di Le vette degli dei Intervista

L’immaginario: luogo del transdisciplinare (da àtopon Vol. IV)

Con questo titolo intendo sottolineare che l’immaginario non è una delle tante discipline, bensì un tessuto connettivo tra le discipline, il riflesso – o la riflessione? – che consente di caricare sul banale significante un ulteriore significato: il richiamo del senso. Fino ad oggi (come ho ancora una volta ribadito in un mio recente scritto, L’imaginaire…,‘94) l’iconoclastia ostinata dell’Occidente ha bandito dalle sue filosofie progressiste il Museo delle immagini: un immaginario rifugiato qua e là in depositi autorizzati (per non dire in discariche), … Continua la lettura di L’immaginario: luogo del transdisciplinare (da àtopon Vol. IV)

Anima – Animale

(Traduzione dal francese di Giuseppe Lampis) Negli anni 50 alcuni religiosi dell’ordine dei Carmelitani avevano domandato a C. G. Jung se il profeta Elia, fondatore dell’ordine secondo le loro tradizioni, potesse essere considerato come un archetipo, dal momento che lo si trova presente nella luce segreta di tutte le religioni nate dalla Bibbia: egli è Elijah ha Tishbi, annunciatore della fine dei tempi, ed anche colui che con la sua presenza santifica molti riti di passaggio del giudaismo. Può essere altresì … Continua la lettura di Anima – Animale

Osceno e Sacro Un enigmatico frammento di Eraclito
Trasformare l’osceno per trasformare la morte

Leggiamo il frammento 15 di Eraclito: «Se non fosse che per Dioniso fanno la processione e cantano l’inno alle parti oscene, la farebbero oltremodo spudorata, ma uno stesso sono Ade e Dioniso per il quale vivono la possessione e danzano freneticamente.» Se non fosse che lo fanno per Dioniso sarebbe una grave infrazione: Dioniso impedisce che vada così perché esso è Ade. Questo i più non lo capiscono. E in effetti non lo capiamo nemmeno noi. Per quale ragione mai … Continua la lettura di Osceno e Sacro Un enigmatico frammento di Eraclito
Trasformare l’osceno per trasformare la morte

Immortali mortali Trasformazioni di uomini e dei

(da átopon Vol. V)

  Immortali mortali, mortali immortali, viventi nella morte di quelli, ma, nella vita di quelli, morti. Premessa Secondo il pensiero tradizionale, gli avvenimenti dei primordi non appartengono ad un tempo perduto ed esaurito; al contrario, essi raggiungono il presente condizionandolo e determinandolo in modo decisivo. Una tale idea vuole indicare che le cose accadute in illo tempore rappresentano il vero senso riposto della situazione dell’uomo presente. Mosse da questa credenza, varie culture hanno sentito con particolare acutezza il bisogno di cimentarsi nel … Continua la lettura di Immortali mortali Trasformazioni di uomini e dei

(da átopon Vol. V)

Le nostalgie di Orfeo Una lezione di Mitoanalisi

(da àtopon Vol. V)

(Traduzione dal francese di Maria Pia Rosati)   Per analizzare o comprendere un mito, bisogna talvolta distinguere i mitemi che lo costituiscono ed esaminare le grandi ridondanze che ne sono la chiave schematica o verbale. Non sfugge a questa regola il mito di Orfeo con le sue numerose variazioni letterarie, pittoriche o musicali. Certamente come preludio alla mitoanalisi sarà necessario, seguendo Heidegger, sfogliare il lessico e scrutare le etimologie, ma senza dare ai nomi, e specialmente ai nomi propri, una … Continua la lettura di Le nostalgie di Orfeo Una lezione di Mitoanalisi

(da àtopon Vol. V)

Ypnos (da àtopon Vol. V)

«Dormono le vette in alto e gli strapiombi, le balze e le gole, tutti i viventi che si aggrappano alla terra densa quanti essa ne nutre, le fiere di monte e le famiglie di api e i predatori nelle profondità del mare purpureo; dormono le razze dalle grandi ali leggere». Così aveva visto il mondo Alcmane, il grande lirico ionico vissuto nella severa Sparta. I versi sono soavi, in essi la materialità delle cose si assottiglia e lievita senza togliere … Continua la lettura di Ypnos (da àtopon Vol. V)

Ermeneutiche del simbolo (da àtopon Vol. III)

All’origine del senso spirituale del simbolo si colloca l’esperienza, assolutamente particolare, del sacro. Ogni simbolo deriva da una energia fondamentale, l’energia del sacro. In altri termini, se il simbolo ha un senso spirituale è perché esso risponde ad una qualità originaria di energia o ad una energia di una qualità originaria: il sacro.

Verità anagogiche del Cristianesimo (da àtopon Vol. III)

(Traduzione dal francese di Annamaria Iacuele) “Resurrectio Cristi non est proprie factum ordinis historici…” Pio X  Lamentabili (1907) Voglio riprendere un tema che mi è caro, al quale ho dedicato mezzo secolo di riflessione, in questo nostro terribile XX secolo, uno tra i più sanguinosi della storia: cioè la ferma denuncia dell’ipostasi della Storia e ipso facto il ritorno – e il ribaltamento! – a una definizione della verità meno angusta di quella, così unilaterale, lasciataci dal meccanicismo e dallo storicismo che ne è … Continua la lettura di Verità anagogiche del Cristianesimo (da àtopon Vol. III)

Simbolica ed estetica in epoca di secolarizzazione (da àtopon Vol. III)

Comunicazione tenuta al II Convegno Internazionale di Psicoantropologia Simbolica e Tradizioni Religiose, Palazzo Baldassini, Roma 24 Aprile 1993   Un diverso modo di sentire Gli dei non camminano più per le vie del mondo in compagnia degli uomini. I simboli, romanticamente teorizzati da Schelling, non appaiono più idee visive nell’epoca del disincanto del mondo e della totale razionalizzazione della vita. Una diversa logica informa l’esistenza, cioè l’opera della mente e la fatica del braccio, in epoca di specializzazione e di lavoro … Continua la lettura di Simbolica ed estetica in epoca di secolarizzazione (da àtopon Vol. III)

L’uomo come simbolo (da àtopon Vol. III)

La mia relazione dal titolo L’uomo come simbolo si situa nella linea indicata dal sottotitolo del colloquio: L’uomo come tensione creatrice. Dopo una breve introduzione sul simbolo come epifania dell’invisibile, affronterà tre aspetti della creatività simbolica centrata sull’uomo. La prima parte si immerge nella preistoria, alla ricerca delle radici dell’homo symbolicus e dell’homo religiosus. La seconda parte interroga le prime grandi religioni per cercarvi l’uomo come simbolo del divino. La terza si sofferma su un testo dell’India l’Inno a Purusha in cui l’Uomo è l’artefice del … Continua la lettura di L’uomo come simbolo (da àtopon Vol. III)

La duplice identità della letteratura per l’infanzia

La letteratura per l’infanzia è stata costantemente giudicata e valutata sulla base del triangolo Bambino – Famiglia – Scuola, ed ha pertanto sempre teso ad un fine educativo. Tuttavia l’ errore di fondo nella concezione esclusiva della letteratura giovanile, e che rischia di relegarla nei confini della paraletteratura, risiede nel fatto che ‘  spesso l’oggetto della nostra ricerca diventa la lettura dei bambini anziché la letteratura dei bambini’ ( “  often see the primary subject of our research to be not the children’s … Continua la lettura di La duplice identità della letteratura per l’infanzia

Uno sciamano greco nella Sicilia del V secolo a.C.

Amicizia e Contesa  Amicizia e Contesa sono forze in opposizione, nessuna delle due è più forte dell’altra, se lo fosse non ci sarebbe opposizione effettiva ma al massimo un astioso e riottoso servaggio della più debole. Amicizia e Contesa si scontrano, se si scontrano si incrociano. Se avessero ciascuna un regno riservato a turno, il loro rapporto non sarebbe né vero scontro né vera opposizione, ma una danza. Una simile idea non è estranea alla sapienza antica. Shiva è un dio … Continua la lettura di Uno sciamano greco nella Sicilia del V secolo a.C.

Civiltà e semiotica

Nella civiltà dell’immagine, che caratterizza il nostro secolo, sarebbe vano negare la stretta interdipendenza tra la parola e l’immagine, entrambe accomunate da quella intrinseca valenza semiotica che risiede proprio nella mente umana, elaboratrice di pensiero verbale e visuale. Osservare e descrivere sono due versanti di quella funzione cognitiva, che la parola associa tanto al simbolo fonico quanto a quello visivo, e che la società dei mass-media ha utilizzato sempre più per scopi accattivanti, solo in parte ricadenti nel campo dei … Continua la lettura di Civiltà e semiotica

Senso, moira, nichilismo

Contro il nichilismo vale, dicono, solo la vitalità. Però, la vitalità, come il coraggio per don Abbondio, o c’è o non c’è, nessuno può darsela. La tesi procede più o meno in questi termini: sopra di noi c’è il Dis-umano, l’Indifferente, eppure “ io ci sono ”, beninteso finché ci sono. Nella sua versione più drammatica, all’inizio della modernità, l’ io assume la veste del Don Giovanni all’inferno di Baudelaire: nonostante l’inferno, io sono contro. L’uomo in rivolta è un nipotino di questo io, io mondano, senza dio, … Continua la lettura di Senso, moira, nichilismo